Biscotti al riso e grano saraceno con cioccolato fondente

Questi biscotti sono ottimi perché rimangono croccanti fuori e morbidi dentro grazie alla presenza dello yogurt. Per questa ricetta ho utilizzato due tipologie di farina: riso e grano saraceno. Quella che prevale di più in questa ricetta è quella di riso. Se vuoi puoi utilizzare altre farine senza glutine a piacere. Se invece non hai particolari intolleranze o allergie, andranno bene anche le farine di grano (farro, grano tenero integrale etc).
Ingredienti:
- 150 g farina di riso
- 50 g farina di grano saraceno
- 4 cucchiai zucchero di canna integrale (opzionale)
- 2 uova biologiche
- 30 g olio extravergine di oliva
- 1/2 limone scorza grattugiata
- 100 g yogurt bianco naturale
- 100 g cioccolato fondente tritato
- 2 cucchiaini lievito dolci senza glutine
- un pizzico sale
- In una ciotola unire tutti gli ingredienti secchi. Mescolare
- Aggiungere gli ingredienti umidi e mescolare sino a formare un composto omogeneo. Lasciare riposare nel recipiente, con coperchio, 10 minuti circa in frigorifero (opzionale ma consigliato)
- Formare i biscotti. Io ho formato delle ciambelline da 40 g circa ciascuna. Mettere su una placca da forno con carta forno. Infornare in forno caldo a 170°C per 25 minuti o fino completa doratura
Biscotti rustici integrali ripieni ai fichi e mandorle

I fichi di Settembre, i migliori. Dolci e carnosi come piacciono a me. Aspettavo questo momento per raccoglierli dall’albero e realizzarne una ricetta. Questa in particolare mi rimanda troppo al mese di Settembre. Biscotti rustici integrale ripieni di mandorle e fichi (per la cronaca: mamma consiglia le noci). Ci sono voluti due giorni per creare questa ricetta ma ne è valsa la pena. Ho utilizzato una parte di fichi freschi per essiccarla e l’altra parte per realizzare una composta fatta in casa.
Per la frolla invece sentiti libero/a di utilizzare qualsiasi ricetta tu voglia. Io questa volta ho deciso di fare una frolla vegana senza burro e uova. Anche la quantità di zucchero io la riduco sempre perché mi piace sentire più il sapore dei singoli ingredienti e soprattutto degli ingredienti principali (quale i fichi e le mandorle) e meno il sapore “troppo dolce” dello zucchero aggiunto.
Per la farina di mandorle: io ho tostato la quantità di mandorle che mi servivano e poi frullato grossolanamente in un mixer. Mi piace sentire il sapore e la croccantezza della mandorle in bocca senza ridurla troppo in farina
Ingredienti per la frolla:
- 200 g farina integrale
- 30 g farina di mandorle (o noci)
- 3-4 cucchiai zucchero di canna
- 50 g olio EVO (o semi di girasole biologico)
- 1/2 buccia grattugiata limone, non trattata
- 2 cucchiaini di lievito per dolci
- 50 g latte freddo
- un pizzico di sale
Ingredienti per il ripieno:
- 10 fichi freschi (circa 400 g)
- 100 g fichi essiccati
- 2-3 cucchiai zucchero di canna
- 50 g farina di mandorle (o noci)
- 1/2 buccia grattugiata limone e succo, non trattata
- cannella in polvere q.b.
Preparazione
- Per il ripieno: mettere in un pentolino la polpa dei fichi, lo zucchero (opzionale) il succo e la buccia del limone. Mescolare e cuocere a fiamma bassa per circa 25 minuti. Spegnere il fuoco, lasciare completamente raffreddare e frullare grossolanamente la composta. Mettere in una ciotolina e mescolare con la farina di mandorle, i fichi essiccati precedentemente tritati grossolanamente e la cannella. Riporre in frigorifero per una decina di minuti
- Per la frolla: mescolare prima tutti gli ingredienti secchi e infine quelli liquidi. Impastare qualche secondo sino a formare un panetto liscio e omogeneo. Riporre l’impasto in frigorifero avvolto da pellicola per una ventina di minuti circa
- Stendere l’impasto in un rettangolo di circa 1 cm. Metti al centro il ripieno di fichi e richiudi sigillando bene i bordi. Se lo desideri puoi dividere l’impasto in due rettangoli. Taglia e forma i biscotti. Prima di farlo, se vedi che non si tagliano bene (purtroppo è successo a me) metti prima di tagliare e formare i biscotti, l’impasto in freezer per circa 10 minuti. Togli dal freezer e taglia formando i biscotti
- Infornare in forno caldo a 170°C per 20/25 minuti
Pantelleria: viaggio nell'isola selvaggia
I motivi per cui conosco quest’isola sono tanti. Inizialmente doveva essere un viaggio di gruppo che poi si è tramutato in un viaggio avventuroso in due. Andare in un posto senza pretese, senza aspettative credo sia la miglior cosa. Quando ho prenotato il volo per Pantelleria l’ho fatto senza pretendere nulla da quest’isola. Pantelleria mi ha stupido perché, a differenza di altre isole, è un posto che non si adegua al turista ma è il turista, ospite, a doversi adeguare all’isola.
Cose che dovresti sapere prima di andare a Pantelleria
Prima ti ho scritto che a Pantelleria dovresti andare senza pretese e aspettative. È vero. Ma ci sono alcune cose che, secondo me, è opportuno sapere prima. Il brivido dell’avventura è sempre entusiasmante ma alcuni accorgimenti non fanno mai male.
Pantelleria è un’isola quindi non è economica.
Essendomi portata una valigia piccola ho dovuto per forza portare il minimo indispensabile. Mi sono detta “va bene dai, molte cose posso trovarle lì. Che sarà mai” invece mi sbagliavo. Ricordati che sei in un’isola e le cose costano il doppio se non il triplo. E non sempre quello che cerchi trovi. Ci sono pochi supermercati forniti. Se abiti in una grande città e sei abituato/a al grande supermercato fornito avrai una specie di “shock”. È un’isola non come tutte le altre. Il mio consiglio, se prendi l’aereo, è quello di portare gli essenziali da casa (shampoo, bagno doccia etc…). Se alloggi in un dammuso portati qualche scorta di cibo da casa. Ci sono giornate in cui il supermercato è poco fornito perché ancora non ha ricevuto la merce quindi potresti mangiare (a meno che non vai sempre nei ristoranti) sempre le stesse cose. Il primo giorno la nostra spesa è stata un po’ deludente. Scaffali semi vuoti, tanta gente “sperduta” e prezzi folli. Ma è un’isola. Bisogna adeguarsi.
P.s. per gli amanti della frutta e verdura devi scovare i luoghi dell’isola. In paese, a Pantelleria, i prezzi sono alti e non sempre trovi frutta e verdura del posto.
Rete telefonica.
Arriva con la consapevolezza di “staccare la spina”. Molte volte il cellulare non ti prenderà. Ti consiglio di pianificare prima il luogo dove andare e utilizzare qualche app simile a “Google Maps” offline, senza connessione. Così non ti troverai a circumnavigare senza meta e a perderti nelle stradine interne di Pantelleria (anche se è un ottimo modo “selvaggio” di scoprire il posto)
L’isola non ha spiagge con sabbia. È solo roccia.
Se pensi di venire in un’isola dove prenderai il sole comodamente, beh, ti sbagli. Con questo non voglio dire che sarà una vacanza scomoda e che non potrai rilassarti come si deve. Ma è tutta roccia e la maggior parte delle spiagge da raggiungere prevedono dei tratti di strada anche un po’ “pericolosi” (esempio, per me, arco dell’elefante). Non fare come me con solo gli infradito : ) ti consiglio di portare delle scarpe anti scivolo da mare, adatte agli scogli
Per girare l’isola devi noleggiare un’auto o uno scooter.
In pochi giorni puoi visitare tutta l’isola ma, anche se i posti sono vicini tra loro, ti consiglio di noleggiare un’auto o uno scooter. Ho noleggiato un’auto che mi ha fatto avere direttamente all’aeroporto la ragazza che mi ha affittato il dammuso. La mia era una Panda gialla (vedrai più Panda a Pantelleria che in tutta la tua vita in un altro posto; se gialla allora hai fatto bingo) e con il pieno – ah, ovviamente la benzina è cara – ho girato per una settimana. Non male. Scegli se puoi una macchina che consuma poco e soprattutto una macchina piccola! Ti ritroverai spesso in stradine piccole. Quindi, macchina piccola.
Parla con la gente del posto.
A Pantelleria ho fatto pochissimi bagni. Ebbene sì. Sono capitata in una settimana di “fuoco” tra incendi, meduse, vento scirocco e vento maestrale. I primi giorni le spiagge erano piene di meduse. Nei giorni seguenti il vento è cambiato e ha portato il mare a essere un po’ ostile. Questo, anche perché, ho parlato solo gli ultimi giorni con i panteschi. Quelli che ti consigliano bene dove andare. Esempio. Il lago delle ondine ci sono andata quando era una “pozzanghera”. Letteralmente. Vedevo le foto nel web e dicevo “Ma questo non è il lago delle ondine dove sono io ora! Questa è una pozzanghera” sono rimasta delusa. Poi un pantesco mi ha spiegato che sono andata in un giorno sbagliato e che il lago delle ondine bisogna andare in determinati momenti. Ovviamente questo non lo sapevo ma prima di dire “andiamo qui!” se puoi, parla con le persone del posto e/o informati su “che vento tira da quelle parti”.
Se vuoi fare una “colazione tipica pantelleresca”, vai la mattina presto.
Pantelleria nel periodo estivo è piena di turisti e molte volte le cose finiscono subito. Se vuoi mangiare qualcosa di tipico, nei panifici, vai la mattina presto
PRIMO GIORNO: TRA DAMMUSI E SCOPERTA DELL’ISOLA
Quando siamo arrivati a Pantelleria la prima cosa che abbiamo fatto e andare nella casa in cui abbiamo pernottato per una settimana. Il nostro era il “Dammuso Scirafi” ed è messo in una posizione strategica ottimale. Prima di andare, ovviamente, abbiamo messo il pieno alla macchina che avevamo noleggiato e trovato direttamente in aeroporto. Dopodiché, abbiamo perlustrato un po’ il paese di Pantelleria che paradossalmente non ci “azzecca” molto con il resto dell’isola. Noi ci andavamo giusto per acquistare gli essenziali
SECONDO GIORNO: LAGO DI VENERE
Lago venere è un lago di origine vulcanica. Arriva a una profondità di 12 metri. È considerato “una spa gratuita” in quando si può godere dei suoi fanghi termali ricchi di zolfo e altri minerali. Io li ho fatti e ho avuto la pelle liscia per un paio di giorni. P.s. i fanghi si devono “seccare” completamente. Quando sei completamente bianca/o allora puoi rifarti il bagno nel lago.
Vicino al lago c’è un ristorante dove siamo stati “Trattoria da Pina”. Piatti buoni, ci siamo trovati bene (occhio ai fuori menù, quelli alzano il prezzo…).
TERZO GIORNO: CALA GADIR E PANIFICIO TERREMOTO
Il terzo giorno siamo andati a Cala Gadir. È uno dei miei posti preferiti. Se dovessi tornare a Pantelleria, tornerei sicuramente a Cala Gadir e me la godrei meglio (anche in questo caso abbiamo trovato le meduse e il posto scelto dove stare era un po’ scomodo). Prima però siamo andati a uno dei panifici più famosi dell’isola, a Khamma, Panificio Terremoto. Abbiamo preso diversi dolcetti tipici tra questi dei pasticciotti ripieni e ravioli dolci con ricotta. Il pomeriggio siamo andati a prendere un po’ di frutta e verdura da Zazà in paese (come ti scrivevo prima, se puoi cerca frutta e verdura del luogo ma fuori dal paese, magari in qualche azienda agricola).
QUARTO GIORNO: SCAURI, PANIFICIO MARRONE, ARCO DELL’ELEFANTE E LAGHETTO DELLE ONDINE
Il quarto giorno è stato quello più “pesante” dovuto soprattutto agli incendi. La mattina siamo andati a Scauri, al panificio Marrone. Ci siamo presi qualche dolcetto tipico (cannoli siciliani preparati sul momento) godendocelo nei tavolini vista mare.
Successivamente ci siamo diretti verso uno dei simboli dell’isola: Arco dell’elefante (chiamato così per la forma a proboscide tipica del mammifero). Per raggiungerla è molto importante portarsi con sé le scarpe da scoglio. È stata la meta “più tosta” da raggiungere a piedi.
Tra incendi e meduse siamo andati via presto e ci siamo diretti verso il laghetto delle ondine.
Laghetto delle ondine si trova tra punta Spadillo e Cala cinque denti. Per arrivarci è abbastanza facile. Il momento più difficoltoso è la discesa sulle rocce verso il laghetto. Per godere appieno di questo posto è necessario controllare che il vento sia maestrale. Noi purtroppo siamo andati quando c’era lo scirocco. Acqua “sporca” e cattivo odore. Nulla a che vedere con quello che è veramente il laghetto delle ondine.
QUINTO GIORNO: GIORNATA ENOGASTRONOMICA TRA CAPPERI, TRATTORIE E ZIBIBBO
Per il quinto giorno, visto il forte vento maestrale, siamo stati poco al mare e abbiamo deciso di passare il resto della giornata gustandoci i sapori del luogo
Andando verso Scauri, abbiamo visitato la Cooperativa Agricola Produttori Capperi. Ho acquistato diversi prodotti tipici, tra questi gli immancabili capperi grandi in sale marino.
Dopodiché ci siamo diretti verso l’Azienda Agricola Biologica Emanuela Bonomo. Pensavamo di trovare frutta e verdura del posto, cosa che abbiamo trovato ma c’era poca scelta (agricoltura non convenzionale ma biologica). Gli ortaggi biologici in vendita paradossalmente costavano di meno di quelli del supermercato e, ovviamente, avevano un sapore migliore. Ho comprato anche un po’ di uva passa tipica del posto.
Prima di pranzo, siamo andati in una delle spiagge in Via dello Scalo. Posto bello, peccato il mare mosso.
Abbiamo prenotato e mangiato a “Trattoria Runcune”. Il posto è meraviglioso. Interni del ristorante curati e raffinati. Abbiamo mangiato piatti tipici a base di pesce e abbiamo assaggiato il vino di loro produzione, lo zibibbo.
Il pomeriggio di ritorno verso il dammuso abbiamo pensato di farci una degustazione da Cantina Basile. Il costo a persona è di €30. Ci hanno fatto assaggiare due vini e un passito. Il vino cosa che non accade spesso durante una degustazione, viene servito e riservito. Il cibo è stato uno dei migliori che abbiamo provato durante la settimana a Pantelleria. Fresco, colorato e Made in Sud.
SESTO GIORNO: GROTTA DI BENIKULA’ E AZIENDA AGRICOLA ALMANZA
Il sesto giorno ci siamo diretti verso la Grotta di Benikulà. Una “sauna naturale” in una grotta, in montagna. C’è un vapore incredibilmente caldo che esce dalle fessure delle rocce. Tutto questo grazie alla natura. Noi siamo stati sfortunati, erano già le 11 e la grotta era piena. Consiglio di andarci la mattina presto o durante il tramonto. Si possono fare anche delle escursioni.
Il pomeriggio siamo stati accolti da Danny Almanza dell’Azienda agricola Almanza. È stato un bell’incontro e grazie a Danny siamo riusciti a scoprire la storia e la cultura dell’isola. Durante la degustazione abbiamo provato i suoi vini, l’origano di Pantelleria e il miele che solo lui su tutta l’isola riesce a fare. Consiglio di chiamare Danny e prenotare una degustazione da lui.
SETTIMO E ULTIMO GIORNO: BALATA DEI TURCHI E OSTERIA TIPICA
Per l’ultimo giorno di mare ci siamo avventurati verso Balata dei Turchi. È un’enorme scogliera alta 300 metri che ha una piccola spiaggia rocciosa. L’arrivo è “mediamente” impegnativo. Il mare era molto agitato e, anche in questo caso, c’erano molte meduse (ho visto più meduse a Pantelleria che in tutta la mia vita). È una delle mie spiagge preferite – al pari di Cala Gadir – anche se con un approccio “molto più wild”. Il mio consiglio è quello di andare la mattina, portare da mangiare, un buon libro e tanto relax. Sei totalmente disconnesso/a in questo posto perché non c’è linea telefonica e nessun punto di ristoro.
A cena siamo andati da “Osteria il Principe e Il Pirata”. Abbiamo mangiato abbastanza bene (mi verrebbe da dire dove abbiamo mangiato male a Pantelleria?) trovando una vasta scelta di piatti tipici. Tra questi ho finalmente provato il cous cous alla pantesca e degli ottimi passiti DOC
Considerazioni finali
La prima volta che ho sentito la frase “Pantelleria… o la ami o la odi” non ne capivo il senso. Ora lo capisco. È un’isola in cui vuoi tornarci quanto prima o non vuoi tornarci più. C’è molto vento, le spiagge non sono sicuramente facili da raggiungere, i primi giorni (ma anche gli ultimi) potresti perderti e Google Maps potrebbe mandarti in stradine sperdute. Ma ha un’atmosfera magica e affascinante. La sua anima è vulcanica, marittima, ventosa e, soprattutto, isolana. Se riuscirai a capire Pantelleria, lei, ti darà tutto questo.
Crema fredda di zucchine con formaggio fresco e pane tostato

Fresca e vellutata, la crema di zucchine è perfetta per questa stagione. L’ho servita con del formaggio fresco morbido, pane a lievitazione naturale integrale (tagliato a cubetti e tostato qualche minuto in padella) e basilico fresco
Ingredienti:
- 3 zucchine (circa 600 gr)
- 1 cipollotto bianco
- 100 g formaggio morbido (tipo robiola o ricotta)
- acqua o brodo vegetale q.b.
- Olio E.V.O q.b.
- Sale, pepe q.b.
Preparazione
- Lavare e asciugare le zucchine. Tagliare a rondelle eliminando le estremità. Fare rosolare del cipollotto tritato finemente con un filo d’olio e.v.o, aggiungere le zucchine a rondelle. Aggiustare di sale e pepe. Lasciare cuocere per qualche minuto a fiamma bassa mescolando di tanto in tanto. Aggiungere man mano del brodo vegetale (o acqua) coprendo le zucchine e continuare la cottura fino a quando le zucchine saranno morbide
- Una volta cotte procedere a frullarle con un mixer a immersione o in un mixer fino a ottenere una crema. Aggiungere poca acqua se necessario
- Servire nei piatti fondi con qualche “ciuffetto” di formaggio morbido in superficie, un giro di e.v.o e del pane precedentemente tagliato a cubetti e tostato in padella qualche minuto. Io ho guarnito anche con del basilico fresco
- Altri ingredienti per la guarnizione: qualche zucchina e cipollotto lasciati da parte prima di frullare per la guarnizione e/o delle mandorle a lamelle tostate
Banane troppo mature: tartufini di banana e cocco senza cottura

Uno dei miei snack preferiti quando arriva il caldo e voglio un dolcetto facile e veloce da fare. Questi dolci banana e cocco sono stati fatti più per necessità che per golosità (o quasi). Avevo delle banane molto mature da consumare e alcune le ho sfruttate per fare in casa questo snack a base di cocco e cacao! Per una versione proteica puoi aggiungere 25 g di proteine in polvere biologiche a piacere.
Ingredienti:
- 2 banane mature
- 120 g cocco grattugiato (cocco rapè)
- 25 proteine in polvere biologiche o farina di mandorle o altra farina di frutta secca a piacere
- Cacao amaro in polvere q.b.
- In una ciotola schiacciare le banane fino a ridurre in una crema liscia; aggiungere se necessario un po’ di dolcificante a piacere (facoltativo)
- Aggiungere il cocco grattugiato e la farina di mandorle. Mescolare e lasciare in frigorifero con coperchio sopra per circa 30 minuti
- Prelevare un po’ d’impasto e formare dei tartufini
- In un piattino aggiungere cacao in polvere q.b. e ricoprire tutta la superficie di ogni tartufino
- Distanziare su un piatto da portata e lasciare in frigorifero per 1 ora circa
Conservazione
Si conservano in un recipiente di vetro (o simile) con coperchio dentro il frigorifero per circa 3/4 giorni
Spiedini di verdure di stagione con crema di melanzane, aglio e basilico fresco

Per omaggiare i sapori dell’estate avevo bisogno di questo, semplicità. Una ricetta che in realtà ne contiene 2. La prima, i classici spiedini con ortaggi estivi. La seconda, crema di melanzane, aglio e basilico fresco (senza legumi) che preferisco servire più su fette di pane tostato (o come condimento per la pasta)
Ingredienti:
- 1 peperone giallo
- 1 peperone rosso
- 1 zucchina medio/grande
- 15 pomodorini datterino
- 1 porro o 1 cipolla tropea dolce
- Olio E.V.O
- Sale q.b
Per la crema:
- 1 melanzana
- 1/2 spicchio di aglio
- 3 cucchiai olio E.V.O
- 8 foglioline basilico fresco
- Sale q.b.
- Pepe q.b.
Preparazione
- Per la crema: sciacquare la melanzana e tagliare nel senso della lunghezza. Disponetela in una pirofila con carta forno e bucherellate con i rebbi di una forchetta. Aggiungete gli spicchi d’aglio (senza rimuovere la buccia) e un giro d’olio. Infornate a 190°C e cuocere per 30 minuti circa.
- Per le verdure: sciacquarle e tagliarle tutte a tocchetti (tranne i pomodorini che dovranno rimanere interi). Condire con olio e sale q.b. Infornare in forno caldo per 25 minuti circa o fino a quando non risulteranno cotte (non troppo cotte altrimenti si sfalderanno)
- A fine cottura, comporre gli spiedini a piacere
- Per la crema, frullare con gli ingredienti rimanenti (aglio sbucciato, olio, foglie basilico, sale e pepe q.b.)
- Servire gli spiedini su un piatto e la crema dentro una ciotolina condita con un po’ di olio in superficie e qualche fogliolina di basilico fresco
Cornetti vegetali - senza sfogliatura

I croissant vegetali sono una rivisitazione dei classici croissant. Questi in particolare non presentano la “sfogliatura” quindi sono leggeri perché non presentano una quantità “importante” di burro. Più che croissant potremmo chiamarli cornetti vegetali ma nell’aspetto e nel gusto ricordano molto i classici croissant ecco perché ho preferito chiamarli così. Come nella ricetta originale non contengono uova per questo, contenendo burro vegetale, sono adatti anche a chi segue un’alimentazione vegana (basterà sostituire il miele con dello zucchero e il latte con della bevanda vegetale)
Ingredienti:
- 200 g farina tipo 1
- 200 g farina 0 o 00
- 70 g zucchero
- 2 cucchiaini di miele
- 75 g burro vegetale (io ho usato una margarina vegetale non idrogenata, a base vegetale trovata in un negozio del biologico)
- 150/200 ml latte temperatura ambiente
- un pizzico di sale
- un panetto lievito fresco (circa 20 g) o 12 g lievito essiccato
- Prendere la quantità desiderata del burro, dal frigorifero, e lasciare che si ammorbidisca a temperatura ambiente
- Sciogliere il lievito nel latte (temperatura ambiente) e 1 cucchiaino di miele. Mescolare bene e lasciare riposare per 10 minuti circa
- In una ciotola o in una planetaria mettere tutti gli ingredienti (per ultimo il latte con il lievito). Mescolare per una decina di minuti fino a quando l’impasto non risulterà liscio e senza grumi. Lasciare lievitare con un piatto o coperchio e ogni 20/30 minuti fare delle pieghe all’impasto dentro la ciotola per 3-4 volte.
- Lasciare lievitare fino al raddoppio
- Il giorno seguente (se fate i cornetti la mattina presto potete prepararli anche nel tardo pomeriggio) stendere la sfoglia per la realizzazione dei cornetti
- Aiutandovi con un po’ di farina e un mattarello stendere l’impasto fino a formare un cerchio con un diametro di circa 1 cm
- Dividere l’impasto prima in 4 parti, poi in 8 e infine in 12
- Formati i triangoli, allungateli leggermente tenendo ferma la base (la parte più larga). Arrotolare partendo dalla base sino ad arrivare alla punta
- Disporre in una placca da forno con carta forno, distanziandoli bene tra loro. Lasciare lievitare dentro il forno spento con lucina accesa per 40 minuti circa (fino a quando non aumentano un po’ di volume)
- Infornare in forno caldo a 160/170°C per 25/30 minuti o fino completa doratura. Controllare bene che anche la parte sotto sia dorata
Come si conservano
Si conservano per circa 1 settimana all’interno di una cestino di vimini avvolti da un panno da cucina pulito e asciutto
Zuppa o "Macco" di fave fresche

La natura nella sua semplicità ci regala sapori autentici che non passano mai di moda. Il macco di fave è un piatto tipico, considerato povero, della cucina siciliana. Una gustosa “crema” dal colore verde intenso che ha pochi ingredienti ma buoni. La ricetta tradizionale prevede il finocchietto selvatico che puoi sostituire con le foglioline verdi di un finocchio fresco; tuttavia ti consiglio l’utilizzo del finocchietto selvatico perché dona alla zuppa tutt’altro sapore!
Ingredienti:
- 600 g fave fresche
- 1 cipollotto fresco
- acqua o brodo vegetale q.b.
- finocchietto selvatico q.b.
- sale, pepe
- olio EVO q.b.
Preparazione
- Dopo aver sgranato le fave sciacquare sotto acqua corrente per qualche secondo eliminando se necessario le parti rovinate
- Mettere all’interno di un pentolino con acqua bollente e lasciare sbollentare per qualche minuto insieme al finocchietto selvatico
- Scolare e versare in una bacinella con acqua fredda. Eliminate la buccia (non buttare)
- In una casseruola aggiungere un giro d’olio evo, il cipollotto precedentemente tritato finemente e lasciare rosolare qualche minuto. Aggiungere il finocchietto selvatico precedentemente sbollentato e le fave fresche. Coprire le fave con brodo vegetale o acqua (non è necessario aggiungere tanta acqua, l’importante è coprire le fave). Durante la cottura aggiungere man mano qualche mestolo di acqua o brodo. Aggiungere di sale q.b.
- Dopo circa 40 minuti (dipende dalla consistenza che si desidera ottenere) spegnere il fuoco e frullare grossolanamente con frullatore a immersione. Io ho lasciato qualche pezzetto di fava. Se necessario, rimettere sul fuoco per qualche secondo
- Servire calda o tiepida con un giro d’olio EVO. Aggiustare se necessario con sale e pepe
Confettura di fragole e limone con pochi zuccheri aggiunti

Le confetture che amo sono preparate con frutta in pezzi e poco zucchero. Mi piace assaporarne non solo il gusto ma, soprattutto, la consistenza. Sono le confetture che preferisco perché non hanno bisogno di particolari accessori. Solo di una pentola capiente e pochi semplici ingredienti
Ingredienti:
- 800 g fragole
- 1/2 succo di un limone grande
- 1/2 scorzetta limone, non trattata
- 100 g dolcificante a piacere (aumentare la quantità se necessario)
- 20 g gelificante per confettura (con agar agar) - in alternativa si può utilizzare una mela con buccia, non trattata
Preparazione
- Pulire le fragole e tagliare in piccoli pezzi
- Metterle dentro una pentola capiente con scorzetta limone, succo, dolcificante e gelificante (o mela tagliata in piccoli pezzi con buccia)
- Mettere su fuoco, a fiamma bassa, e portare a ebollizione. Mescolare continuamente sino a ridurre le fragole in una composta
- Spegnere il fuoco e mettere calda dentro un barattolo, precedentemente sciacquato e messo in acqua bollente per circa 30 minuti, riempendo il barattolo.
- Chiudere bene, capovolgere il vasetto e lasciarlo riposare per circa 2/3 giorni lontano da fonti di calore e luce diretta
Conservazione
Una volta aperta, si conserva in frigorifero per un massimo di 3/4 giorni
Brioche di Pasqua senza uova con olio extravergine di oliva

L’ingrediente segreto per un colore simile alle brioche con uova è: la curcuma. E se ve lo stesse chiedendo, no, la curcuma nell’impasto non si sente (si vede solamente!). Una rivisitazione dei miei bunny brioche di qualche tempo fa seguendo la ricetta della mia colomba vegana (che trovate su youtube)
Ingredienti per il lievitino:
- 100 g farina tipo 1
- 100 g acqua tiepida
- 3 g lievito secco attivo
Ingredienti per l'impasto:
- 300 g farina tipo 1
- 3 cucchiai zucchero di canna integrale
- 2-3 cucchiaini da tè rasi di curcuma in polvere
- 130 ml latte temperatura ambiente
- 5 cucchiai olio extravergine di oliva
- 1 limone o arancia non trattata, scorzetta
- 60 g uvetta (o albicocche essiccate, mirtilli rossi essiccati…)
- un pizzico di sale
- La sera prima prepara il lievitino mescolando in una ciotolina 100 g di acqua con 3 g di lievito. Aggiungi un cucchiaio per volta la farina sino a formare una pastella liscia, senza grumi. Lascia lievitare tutta la notte con un piattino sopra o un apposito coperchio
- Il giorno dopo: mescola nell’impastatrice (o in una ciotola grande, se impasti a mano) tutti gli ingredienti secchi; aggiungi gli ingredienti liquidi (lievitino, olio e latte). Se necessario, a seconda la tipologia di farina scelta, aggiungi più o meno latte
- Impasta per 10 minuti circa fino a formare un panetto liscio e omogeneo. Aggiungi l’uvetta, precedentemente messa in una ciotolina con acqua (per una mezz’ora circa), strizzata dall’acqua in eccesso. Impasta e lascia lievitare fino al raddoppio (io ho lasciato lievitare in frigorifero tutta la notte)
- Terminata la lievitazione, formare i “bunny” brioche: preleva circa 90 g d’impasto. Un piccolo pezzetto (circa 10 g) lascialo da parte per formare la “coda”. Formare un filoncino (40 cm circa). Forma una “U” e attorciglia le due estremità per due volte. Lascia le estremità superiori “aperte” (orecchie). Forma con l’impasto rimanente una piccola pallina da posizionare in basso nel buco (coda)
- Distanzia bene le brioche su una teglia da forno con carta forno
- Lascia lievitare per 1h30 circa con un canovaccio pulito sopra (o pellicola eco per alimenti)
- Preriscalda il forno a 180°C. Inforna per 40 minuti circa o fino a quando le brioche non risulteranno dorate in superficie
- Si conservano per circa 5 giorni in luogo asciutto, lontani da fonti di calore. Io li conservo in un cestino per pane, avvolti da un panno da cucina per alimenti pulito (ho notato che si mantengono morbidi e profumati)